La SERENDIPITÀ (SERENDIPITY), intesa nell’accezione autentica, È IL DONO NATURALE DI TROVARE COSE DI VALORE NON CERCATE, è dunque una caratteristica esigente perché richiede quell’atteggiamento tipico dell’esploratore, che è aperto al possibile, e si dispone con una posizione mentale di accoglienza dell’imprevisto e dell’imprevedibile. I BAMBINI SONO I REALI ESPERTI DI SERENDIPITÀ. STARE FUORI È DI PER SÉ UNA GRANDE AVVENTURA SERENDIPICA E PUÒ RISULTARE LA VERA REALTÀ IN CUI IMPARARE A COLTIVARE UNO SGUARDO E UN PENSIERO CHE SA CONTEMPLARE IL NON CERCATO, l’incontro, il caso, la ricerca. Uscire allo scoperto: stare fuori, mostrarsi, non avere grandi difese, vincere le resistenze, sentirsi più fragili, scoprire di avere molta forza, affidarsi agli altri, al tempo, al contesto, alla terra… Uscire allo scoperto rappresenta una bella espressione, un modo di dire che apre ad immagini visive; mettere fuori il naso, lasciare il coperto per andare all’avventura. Uscire allo scoperto per gli adulti che sono responsabili della significazione delle indagini dei bambini significa anche non darsi dei confini di sicurezza e certezza ma avventurarsi in spazi che si conoscono meno e in cui la probabilità del non conosciuto aumenta.
Gli spazi esterni e naturali rappresentano decisamente contesti non conformi in cui danzare bambini e adulti insieme, per costruire e contrattare nuove teorie e nuove definizioni di realtà.
L’autunno, con i suoi colori caldi, le sfumature delle foglie, la varietà dei frutti, il fascino dell’albero che cambia vestito, indurrà i bambini a percepire i mutamenti della stagione e ad apprezzare la natura nei suoi aspetti più evidenti.
L’esplorazione e la conoscenza del cibo possono avvenire trasversalmente a tavola, nell’orto, in sezione, in giardino, consentendo di scoprire lo stesso soggetto da diversi punti di vista.
La parola matematica deriva dal greco ed è traducibile con i termini conoscenza o apprendimento. si potrebbe dire che la matematica è lo studio dei problemi che riguardano la quantità e le forme. questa definizione riporta l'attenzione sui numeri e sulla geometria. Durante le nostre osservazioni diventava chiaro che i bambini mettevano in ato spontaneamente una serie di azioni che riguardavano il contare, la misurazione, l'attribuzione di un ordine, la costruzione di corrispondenze attraverso un meccanismo di conoscenze e competenze.
Non è mai troppo presto per iniziare a imparare un’altra lingua: nei primissimi anni di vita i bambini sono in grado di apprendere un nuovo linguaggio e di assimilare un’ottima pronuncia senza fatica.
L’infanzia è l’unico momento della vita in cui è possibile appropriarsi di una risorsa importante come IL BILIGUISMO, grazie ad una plasticità fisiologica e cognitiva del bambino che rende l’apprendimento di più lingue un processo spontaneo e assolutamente privo di controindicazioni.
Il paese dei balocchi, nel libro di Collodi, ha un’accezione quasi negativa: il gioco è un qualcosa che non ti consente di fare tante cose, ti nega la crescita, ti impedisce lo sviluppo di determinate capacità, ti impedisce….ma è questo veramente il significato del gioco?
Le tecnologie digitali pervadono la nostra quotidianità e i bambini e i ragazzi di oggi, nati nel mondo digitale, fatto di computer, social network, videogiochi e smartphone, si muovono dentro a questo ambiente con molta immediatezza e curiosità. I tablet, gli smartphone touch, sono strumenti diffusissimi e introducono al digitale sempre prima anche i bambini più piccoli, abbassando molto la soglia di accesso alle tecnologie di ultima generazione. I bambini, anche piccoli, con facilità, interagiscono e costruiscono la propria conoscenza in un ambiente dove reale e virtuale, analogico e digitale, materiale e immateriale, sono dimensioni spesse volte inscindibili e le realtà sono plurime e integrate. Sembra proprio che il futuro sarà sempre più digitale e lo evidenziano anche le indicazioni della Comunità Europea che propongono di avvicinare i bambini e i ragazzi anche alla “programmazione” (coding), offrendo esperienze di conoscenza, basate anche sul gioco, per comprendere i concetti di base dell’informatica che, fondamentalmente, si possono definire come una sorta di grammatica del mondo digitale.
Nella consapevolezza e nell’attenzione che, anche quando scegliamo di approfondire una parte dell’esperienza di apprendimento dei bambini, non possiamo isolarla e svincolarla da tutte le altre esperienze che stanno vivendo, dagli interessi che maturano col tempo, dalla curiosità che muove la ricerca e il conoscere , dai LINGUAGGI CHE SI CONTAMINANO E SI ARRICCHISCONO VICENDEVOLMENTE…quindi, ancora una volta, il contesto di riferimento a questo percorso specifico, è la vita quotidiana dei bambini al Nido, in relazione al gruppo di amici, alle ipotesi progettuali, all’ambiente che li connota, dentro e fuori. Quello che è emerso è un’esperienza ricchissima di spunti e di appunti che ci hanno permesso di comprendere di più i bambini, nella loro soggettività, nei processi di apprendimento singoli e di gruppo, nelle loro ricerche in corso. La preziosa collezione di microstorie che abbiamo raccolto si compone di più contesti in cui i protagonisti sono i bambini dai 13 ai 24 mesi, le loro idee, le loro prove, i loro confronti…uno spaccato di una ricerca che si è alimentata della variabilità e della ricchezza delle esperienze vissute e proposte quotidianamente negli ATELIER:
Si può essere lontani ma essere estremamente vicini se la MEMORIA UNISCE sia il bambino che i genitori.
Anche quando c’è una distanza che per un po’ di tempo in qualche modo li allontana.
Si può essere molto vicini stando lontani e si può essere molto lontani stando vicini.
Tutto si decide sul piano della capacità da una parte e dall’altra di essere sempre degli interlocutori attenti.
Occorre essere molto vicini ai bambini per prepararli ad allontanarsi da noi.
Il che vuol dire consentire ad ognuno di noi di
APPARTENERE AD UNA COMUNITÀ, DI SENTIRSI APPARTENENTI AD UN GRUPPO,
ma essere capaci di non perdere il calore affettivo anche nel momento in cui ci si allontana l’uno dall’altro.
Dopo un’attenta osservazione abbiamo raccolto le curiosità, gli interessi, i bisogni dei bambini e costruito il nostro percorso educativo legato ai gusti, sapori e diverse consistenze di alimenti quali l’uva, la zucca e le castagne.
In un territorio generoso come il nostro, quello Emiliano, non potevamo che promuovere la “cultura del gusto”, delle tradizioni gastronomiche, dei prodotti e cibi stagionali offrendo la possibilità ai bambini e le bambine di un viaggio a ritroso nel tempo del nostro territorio.
Condividere le tradizioni con i bambini vuol dire prendersi tempo per parlare con loro e ricostruire i sapori, gli odori ed i luoghi ma soprattutto offrire loro la possibilità di fare valorizzare i loro interessi.
I bambini e le bambine sono in continua ricerca, una ricerca intesa come apertura alla curiosità e alla creatività, e in spazi come l’ “atelier del Gusto” e l’ “atelier all’aperto”(luoghi che offrono molteplici opportunità e favoriscono lo sviluppo di intelligenze come quella linguistica, naturalistica,logico-matematica …) scoprono i sapori, profumi, i gusti, le diverse consistenze e texture dei prodotti attraverso il fare osservando, indagando, ricercando.
L'avvicinamento con la seconda lingua dovrebbe avvenire in modo implicito e naturale, all'interno di un ambiente stimolante e ricco di esperienze positive ed intense dal punto di vista emozionale. PERCHÈ L'INGLESE GIÀ AL NIDO? Perchè il bilinguismo comporta un'apertura mentale e una maggiore facilità di apprendimento e di concentrazione, stimola la fantasia e la creazione. Perchè i bambini ampliano il loro mondo sonoro e fonetico, sono completamente in grado di riconoscere ed emettere suoni che non appartengono alla loro lingua. Perchè l'età di acquisizione nell'apprendimento delle lingue gioca un ruolo fondamentale; perché un'altra lingua non crea confusione al bambino che deve ancora iniziare a parlare; perché è più semplice imparare una seconda lingua divertendosi.
Siamo fatti di storie, tutti noi siamo essere narranti; sia che raccontiamo la lista della spesa, un ricordo d’infanzia, l’incontro con un’amica, noi narriamo continuamente. Narrare significa dire all’altro: “TU ESISTI”. NON È MERAVIGLIOSO? Di fatti appena una persona ci sta antipatica la prima cosa che gli neghiamo è la parola, ovvero la condivisione di una storia. Tutti noi, ogni giorno, contribuiamo ad arricchire il mare grande delle storie; non tutte vengono conservate nelle memoria e da un lato è un bene, perché non riusciremmo a contenerle tutte. Restano in noi le più significative, le più emozionanti. Eppure tutte le storie, anche quelle dimenticate, sono importanti perché esse costituiscono la base culturale di ogni società.
Le nostre vite sono caratterizzate da continui cambiamenti che costituiscono un’opportunità di crescita. “Passaggio” significa sicuramente “cambiamento”, ma con l’aggiunta che questo dovrebbe essere un cambiamento cosciente, condiviso, coerente, discusso e ricco di intenzioni e valori pedagogici. Il progetto continuità ha come obiettivo quello di costruire un dialogo tra nido e scuola dell’infanzia. Un passaggio che prevede la partecipazione attiva di tutte le parti interessate e nel quale il “cambiamento” diviene un fruttuoso e co-costruttivo percorso con il fine ultimo di promuovere, insieme, l’idea che “il mondo del gioco” è fortemente intrecciato al “mondo dell’apprendimento”. Questo percorso educativo ha avuto inizio con una splendida mattinata alla scuola dell’Infanzia Matilde Capello, dove bambini del nostro Nido, insieme ai bambini più grandi, hanno costruito una splendida bicicletta, grazie all’aiuto speciale dei loro nonni… Esperienze laboratoriali, che offrono la possibilità di conoscere nuovi contesti, insegnanti e bambini e dove ciascun soggetto, porta con se un prezioso bagaglio fatto di proprie esperienze, conoscenze e apprendimenti.
Gli animali da cortile, i grandi animali della fattoria, gli animali domestici, i piccoli e diversi animali e insetti che vivono nell’ambiente naturale e rurale dove è inserito il nostro servizio rappresentano un piccolo «bestiario» con cui bambini e bambine si relazionano in maniera regolare, permettendoci di sperimentare quotidianamente il valore pedagogico e psicologico di una relazione con essi non spontanea e non sporadica. Oltre ad introdurre informazioni e conoscenze sulla vita e sui comportamenti degli animali in risposta alle curiosità dei bambini, gli incontri fisici e le relazioni tra i due mondi, stanno aprendo la strada alla costruzione di un rapporto bambino-animale più corretto, equilibrato e consapevole. L’apprendimento nel contesto rurale di modalità di accostamento e cura rispettosa, hanno favorito, iniziando l’esperienza anche con i piccolissimi, l’acquisizione di comportamenti di rispetto e scambio con l’alterità animale.
Accogliere è mettere a proprio agio non solo un ospite, un invitato, ma è anche l’affetto che muove gli aspetti dell’ospitalità, quale occasione migliore della Festa della mamma e del papà per coinvolgere le famiglie nella quotidianità dei bambini al Nido.
Se chiudo gli occhi e penso a Babbo Natale vedo un signore barbuto, canuto, con occhietti vispi, teneri e acquosi.
Un abito rosso che sa di ciniglia, velluto e pannolenci.
Scarponi neri che non fanno rumore, che nascondono passi felpati.
Impronte eterne nel cuore e nella memoria di ogni bambino e poi di ogni uomo.
Ogni tanto mi piace pensare che Babbo Natale sia un po’ tante cose, che sia la fusione, che sia l’alchimia, il senso profondo del nostro essere qui a festeggiare.
Babbo Natale è il cuore che si spreme, che desidera, che ascolta, che crede, che si fida.
E’ solo lui l’artefice di tanta magia, di quell’attesa che fa venire l’acquolina in bocca e fa palpitare il cuore.
Babbo Natale è un atto di fiducia, di amore senza discriminazioni.
Babbo Natale dovrebbe saper azzerare le distanze, è il sogno di tutti per tutti.
Trasformazione come variazione, combinazione, differenza, composizione. Quale occasione migliore per trasformarsi, il CARNEVALE: festa di colori, costumi, stelle filanti, musica e divertimento.
L’intento di queste pagine è quello di lasciare memoria di un giorno importante. Nella straordinarietà della quotidianità al nido, questo giorno assume toni speciali caratterizzati dal protagonismo di chi compie gli anni: un protagonismo riconosciuto, sostenuto, valorizzato, curato, disegnato, festeggiato dalle relazioni e collaborazioni degli amici e degli adulti.
La natura e le sue trasformazioni: questa raccolta di esperienze vuole rendere visibile un “percorso naturale” durante il quale il bambino conosce, percepisce e scopre nuovi significati di elementi naturali e del loro mutare, tessendo così trame sempre più significative con l’ambiente che lo circonda.
L’esperienza che riportiamo documenta in quale modo i bambini hanno progressivamente nel tempo e trasversalmente alle molteplici occasioni offerte dai contesti di apprendimento, costruito conoscenze attorno al concetto di fila fino a farlo proprio e generalizzarlo in ambiti diversi. Con questo documento intendiamo rendere visibile la libertà creativa concessa al bambino di trasgredire al sapere codificato per andare oltre il consueto e il banale. E’ dai problemi del quotidiano, fatti propri da educatrici e bambini, che nascono i nostri progetti così da suscitare interessi e motivazioni più immediate e resistenti.
Lasciare i bambini liberi di CREARE LE LORO IMMAGINI, è questa l’idea DELL’ATELIER DELLA PITTURA, uno spazio che si offre come luogo libero e protetto insieme, entro il quale i bambini possano creare liberamente. Il rapporto con i bambini si sviluppa all’interno di uno spazio pittorico, un ambiente non solo fisico ma simbolico ed emotivo. Le immagini che sorgono al suo interno sono protette da uno sguardo accogliente e amorevole, consapevole del fatto che LE IMMAGINI SONO CIÒ CHE SONO, PERFETTE COSÌ, CAPACI DI RESTITUIRE I PENSIERI E LE EMOZIONI DEI BAMBINI. I bambini possono sperimentare e costruire il loro rapporto con il mondo dei colori e delle forme, il mondo dell’arte, restando FEDELI AI LOR DESIDERI, ALLA LORO IMMAGINAZIONE, AI LORO PROGETTI. Ecco perché il risultato di questa avventura creativa ha un che di intimo, di speciale e di unico: L’IMMAGINE PRODOTTA NARRA UNA PICCOLA PARTE DELLA STORIA DEL GIOVANE PITTORE.
Il bambino esercita quotidianamente su tutti noi del nido Colorado, la sua potenza attrattiva, sempre pronto a stupirci con qualche evento emozionante. Il nostro essere con i bambini deriva da un pensiero educativo che considera il nido come realtà di vita dove tutti i luoghi sono vissuti e nessuno è marginalizzato, dove ogni ambiente è valorizzato per le sue potenzialità. Una ri-concettualizzazione dell’essere al nido che sposta il baricentro dall’interno all’esterno collocando il PARCO nell’ambito di una generale ri-considerazione dei diritti e dei bisogni di bambini e adulti proponendo idee nuove, Nuovi stili educativi e rilanciando inedite consapevolezze strettamente legate alle atmosfere che il parco ci offre con l’avvicendarsi delle stagioni.
L’esperienza che documentiamo è il risultato dell’incontro e della scoperta di un gruppo di bambini con la magia e il fascino di un raggio di luce.
Il nostro fare parte dall’idea di bambino predisposto all’esplorazione, alla scoperta, capace di dichiarare le sue intenzioni conoscitive sin da piccolissimo. Ma parte anche dall’idea di adulto co-creatore di saperi e di cultura assieme al bambino; in grado di accogliere il dubbio, l’errore, l’incertezza che sollecitano quella zona di sviluppo prossimale che permettono un avanzamento, in grado di stimolarli, incuriosirli, sollecitarli.
Dedicare un tempo alla narrazione o alla lettura vuol dire predisporre e predisporsi all’interno di un contesto comunicativo che presuppone tempi di ascolto, empatia, emozioni tra chi ascolta e chi legge. La scelta condivisa delle educatrici di svolgere attività inerenti la lettura e la scoperta di nuovi libri, è nata dall’osservazione dei bambini e dei loro comportamenti nei primi mesi di frequenza del Nido. Con questo progetto si intende valorizzare la comunicazione e gli scambi verbali; le parole, i gesti degli adulti diventano occasione per scoprire questa nuova meraviglia.
Il progetto nasce dalla costatazione che attraverso il corpo mediamo ogni nostro rapporto con l’interno di noi stessi ma anche e soprattutto con l’esterno: l’ambiente, lo spazio, gli altri. Attraverso il CORPO SI FA ESPERIENZA DEL MONDO, SI ENTRA IN RELAZIONE, SI CONOSCE, SI ESPRIMONO LE RELAZIONI. Sulla base di queste considerazioni lo scopo di questo progetto è stato quello di creare connessioni tra la competenza corporea del bambino e la familiarizzazione ai suoni della lingua inglese, al fine di creare e sostenere gli APPRENDIMENTI più che sviluppare insegnamenti. L’idea è affiancare alla quotidianità la straordinarietà, dove la lingua “si inserisce” nel linguaggio corporeo, attraverso il gioco e l’esperienza creativa in una dimensione di co-apprendimento abbinando i suoni alla corporeità.
La creta è un materiale naturale che si presta a molte contaminazioni:
Quali condotte di avvicinamento avranno i bambini?
Quali gesti esplorativi metteranno in atto?
Quali contaminazioni di linguaggi nasceranno?
Quali relazioni tra bambini e tra bambini e materiali?
PERCHÉ L’ATELIER?
Le uscite nel bosco sono uno stimolo all’apprendimento, molto significativo per i bambini. Lo spazio esterno diventa uno spazio di apprendimento, dove conoscere ed interiorizzare le scoperte attraverso l’osservazione, l’ascolto, un vero e proprio “laboratorio naturale”. Con sguardo fresco e senso di avventura i bambini e le bambini hanno frugato l’ambiente sulle tracce di materie, osservato i minuscoli dettagli, le superfici, i colori, e le mutazioni di luci ed ombre, scoprendo la straordinarietà della natura. Osservando un interesse particolare per la natura e per i colori abbiamo pensato ad un percorso che potesse soddisfare i loro interessi, un percorso di trasformazione dove i materiali naturali modificano la loro forma originaria, per rivelare la quantità, la qualità, la variazione cromatica della materia divenendo così pittura una pittura non solo artificiale ma anche naturale.
Il mondo dei suoni, dei ritmi e del silenzio è un mondo familiare al bambino piccolo, che è in grado di sentire già al quarto mese di gestazione, il battito del cuore della madre, ma anche voci, suoni e rumori provenienti dall'ambiente circostante. I bambini sono attenti e capaci ascoltatori, spesso disponibili ad entrare in relazione con l'altro attraverso ritmi, movimenti, sguardi, suoni. Sperimentare sonorità e silenzio vuol dire entrare in contatto con il mondo degli oggetti, con gli altri, ma anche con se stessi, con il proprio mondo interno, con le proprie emozioni, che possono esprimersi liberamente attraverso i giochi musicali.
Imparare divertendosi. Occuparsi di un vegetale, piantare un seme e vederlo germogliare sono esperienze emozionanti, e importanti occasioni a disposizione dei bambini per passare del tempo all'aria aperta, a contatto con la natura. Durante queste attività i piccoli sono esposti a numerosi stimoli sensoriali come odori, colori, suoni, e hanno la possibilità di "manipolare" materiali diversi e osservare.
Le ricerche più recenti sostengono che il bambino possiede la nozione del numero sin da piccolissimo, molto prima di saper contare, poiché egli possiede il concetto della corrispondenza termine a termine.
Incuriosite da questi studi ci siamo proposte di progettare luoghi di avvicinamento al contare e di avere un occhio più attento alle strategie che i bambini ricercano all’interno di contesti matematici.
Nostro obiettivo è conoscere attraverso quali modalità i bambini del Nido progressivamente costruiscono un’idea della funzione e delle STRATEGIE del contare.
Articolo di Silvia Sinigalia pubblicato sulla rivista "Infanzia" del marzo-aprile 2013
Il gioco è un sapere condiviso, lo ritroviamo in ogni epoca; un sapere che non si insegna, perché è insito nelle situazioni, nelle esperienze di ogni giorno, appartiene a tutti gli individui. Attraverso il gioco il bambino conosce sé stesso in relazione al mondo che lo circonda, impara a riconoscere le sue possibilità, i suoi limiti, si mette alla prova; diventa una strategia del quotidiano.
Articolo pubblicato sulla rivista Bambini - Maggio 2010
Educarsi nella continuità di Donatella Faccenda, Lorena Manicardi, Sonia Zaldini
Coordinamento Pedagogico provinciale di Modena
L’educazione è scegliere il cunicolo, è inoltrarsi nei suoi meandri senza paura; è camminare lungo i crinali, in instabile equilibrio, sfidando i precipizi, lasciando le vie vecchie per le nuove, riscoprendo le antiche.
(da Duccio Demetrio “L’educazione non è finita“)